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La protezione passiva

Un amico, un pilota, un istruttore e un mago (mi spiego subito)! Correva l’anno 2009 e lo scrivente da almeno 8 anni non saliva su un mezzo con meno di quattro ruote (nemmeno su una bicicletta). Così a Barry venne la brillante idea di prestarmi la sua moto e di farmi fare un corso di guida… risultato? Il pomeriggio ero in pista col ginocchio per terra! Ecco perché lo si può definire un mago. A uno con l’esperienza di Fabrizio si può chiedere davvero di tutto, la risposta sarà di certo esaustiva ed esauriente, e quindi perché non chiedergli qualche consiglio in materia di protezione passiva, per le due ruote ovviamente! Vediamo che consigli ci da!


La protezione passiva

di Fabrizio Barry Rivellini

Professione: Pilota, Collaudatore Ducati, Istruttore di pilotaggio, Gestore Pista di Tolmezzo

sito internet www.rocknroadracing.com

 

“Quando il mio amico Giosuè mi ha chiesto di scrivere un articolo in tema di sicurezza stradale, il primo impulso sarebbe stato rivolto ad una bella filippica sull’importanza dell’addestramento alla guida, visto che purtroppo il motociclista (ma anche l’automobilista) spesso è autodidatta, e se questo è tutt’altro che un male, è invece spesso causa di grossi problemi l’altra caratteristica, ovvero l’autocertificazione della propria capacità. Ma questa volta ho preferito invece trattare un argomento piuttosto trascurato, e molto spesso sottovalutato: la protezione passiva per le due ruote! Infatti se paragoniamo l’enorme differenza in questo campo tra auto e moto non vi è paragone alcuno; sull’auto abbiamo: cinture, cellule protettive, airbag e molto altro.. sulla moto, l’unica protezione passiva è ciò che indossate! Sottovalutare questo problema, è poco intelligente, perché la moto è un mezzo bellissimo ed affascinante, ma molto più pericoloso di quanto percepiamo e proprio per questo dobbiamo usarla con l’attrezzatura adatta. Spesso mi piace fare paragoni esaustivi, per rendere l’idea sull’importanza del giusto abbigliamento come per esempio farvi immaginare di andare a giocare a calcio ..indossando delle pinne! Stupido vero?? Ma lo è ancora di più andare in moto con delle infradito o pantaloncini estivi: se giocando a calcio con le pinne il massimo danno che potreste procurarvi è quello alla vostra immagine, basterebbe un piccolo imprevisto con la due ruote per rovinarvi purtroppo molto di più. Fin qui molte cose vi sono certamente sembrate scontate ed ovvie, ed allora andiamo a vedere qualche piccolo consiglio pratico sul nostro abbigliamento, e voglio parlare in specifico di accorgimenti validi per chi usa la moto sulle strade di tutti i giorni.

IL CASCO

La nostra testa è la sede del cervello, ovvero la centrale di comando di tutto il nostro corpo, e va adeguatamente protetta! Nel corso degli anni ha avuto una grande evoluzione sia nei materiali che nella conformazione, cosa che spesso sfugge ai più. Infatti i vecchi caschi avevano una sagoma che causava danni collaterali spesso più gravi di quelli da cui proteggeva nell’impatto! La forma molto “tagliata” sul posteriore dei caschi moderni è tutt’altro che estetica perché è studiata per dare la massima estensione al movimento del collo, al contrario dei caschi di una volta, che privi di questa caratteristica impedivano al collo di muoversi e spesso danneggiavano le vertebre cervicali anche irreparabilmente. Tutto questo nell’abbigliamento professionale di un pilota viene combinato con la “gobba” della tuta, spesso confusa per una protezione della schiena, in realtà impedisce l’extra-movimento del collo, altrettanto pericoloso. Come scegliere un buon casco? Non voglio fare alcun tipo di pubblicità, ma darvi degli avvertimenti: evitate caschi troppo economici (beh, Johhny Cecotto, famoso pilota Venezuelano di origini friulane diceva sempre: “Se hai una testa da dieci dollari, comprati pure un casco da dieci dollari..”), quelli del primo ripiego al supermercato per capirci, lasciateli perdere. I materiali odierni sono tutti molto validi, dalla fibra, al carbonio, anche i polimerici sono affidabili, ma cercate sempre innanzitutto la giusta misura: il casco deve essere aderente, se scuotete la testa e la fermate di colpo deve seguirvi perfettamente, non “ballare”; deve avere una adeguata visuale e non attutire troppo i rumori esterni. EVITARE ASSOLUTAMENTE i caschi jet: una piccola strusciata del mento o del volto sull’asfalto può regalarvi tanto dolore (l’asfalto penetra nella pelle molto a fondo..) e danni permanenti!

IL PARASCHIENA

Dopo il casco è l’elemento fondamentale della protezione di un motociclista! Io stesso se non avessi usato questa importantissima protezione vi starei scrivendo su di una sedia a rotelle! Lasciate perdere quelli “lombari” e acquistate esclusivamente paraschiena integrali! Non prendete quelli in neoprene o gomma soffice, spesso inseriti di default in alcuni capi di abbigliamento tecnico, ma usate quelli con più strati: un guscio esterno molto rigido, spesso in plastica o fibre, una parte interna di assorbimento con materiali “soffici” (ma alcune case addirittura usano anche alluminio a nido d’ape, etc) ed un buon sistema di fissaggio (allacciamento). Il paraschiena, anche nei modelli più fascianti deve essere in grado di seguire il vostro corpo in tutti i movimenti, senza impedirli. Il paraschiena non è obbligatorio, ma indispensabile; ricordate questa normativa europea: 1621-2 . E’ quella che codifica la capacità di assorbimento degli impatti, ma anche l’ergonomia e la zona di protezione da coprire. Se la trovate sul paraschiena che state per acquistare, anche quelli in completi tipo corpetto, significa che ha passato una serie di test tra cui il lancio di un peso di 5KG lanciato sul dorso dall’altezza di un metro e tende a simulare l’impatto con un marciapiedi. Evitate gli zaini, ma se proprio non potete farne a meno, indossate assolutamente il paraschiena!

GUANTI

Anche qui abbiamo avuto una enorme evoluzione, in particolare sulle varie protezioni proposte da molte marche spesso con filosofie anche molto diverse; c’è chi unisce le due dita finali per garantire un miglior supporto di rigidità al mignolo, spesso parte debolissima in una caduta, c’è chi mette slide di materiali spesso derivati dalla plastica per lo stesso motivo e così via. Io consiglio anche in questo caso di scegliere guanti dotati di massime protezioni anatomiche, perché ricordate che la mano è una delle parti del corpo più lente e difficili da guarire.

CALZATURE

Qui andiamo in un campo dove la varietà è infinita e spesso la scelta della calzatura deve adeguarsi al tipo di moto che abbiamo; per dare dei consigli generici evitate quelle che lasciano la caviglia scoperta, cercate sempre di pensare al tipo di uso che fate della vostra due ruote e scegliete di conseguenza. Le calzature da moto devono essere rigide, difficilmente penetrabili da eventuali corpi contundenti, devono resistere all’abrasione di una scivolata anche lunga, devono proteggere le articolazioni sensibili della caviglia e le dita dei piedi, devono coprire bene come minimo tutta l’articolazione e non ultimo, devono essere comode ed ergonomiche.

GIACCHE /PANTALONI

Se qualcuno si è mai chiesto perché in pista la pelle è l’unico materiale omologato per l’uso in pista, lo spiego con una semplice constatazione: la pelle è l’unico elemento che sottoposto ad un repentino aumento della temperatura (quello causato da un’abrasione) tende a ritirarsi anziché sciogliersi! Per questo da sempre il motociclista ne ha fatto un elemento che spesso diventa anche distintivo. Bisogna però fare i conti anche con il famoso “tipo d’uso” che fate della vostra due ruote e qui ci troviamo di nuovo di fronte ad una infinità di materiali, marche, modelli che potrebbero far girare la testa a chiunque. Solo per darvi una piccola nota, tra i materiali che usiamo normalmente e che risulta comunque abbastanza protettivo c’è una sorpresa: il jeans! Tessuto con caratteristiche di robustezza estrema, destinato inizialmente ai minatori, è infatti spesso proposto da molte case con accorgimenti utili, quali rinforzi in kevlar, protezioni “soft” e molti altri dettagli che lo rendono capo utile a chi usa la moto per spostamenti lievi e combinati con lavoro o svago, tipo andare in ufficio e così via, avendo la garanzia di non avere troppo ingombro, e quindi maggior “libertà” di azione! Andando più in la con l’abbigliamento tecnico destinato a chi usa la moto per viaggi un pò più lunghi o per turismo , a prescindere dalle varie tipologie più grosso inconveniente di questi completi è l’ingombro. Una giacca un po’ più ampia per garantire una migliore libertà di movimento, ma deve avere collo e polsi adeguatamente aderenti. I modelli con cerniera giacca/pantalone, evitano che una l’aria spifferi sulla schiena e teoricamente dovrebbero essere più protettivi in caso di scivolate. Accertatevi che i pantaloni che state per acquistare siano compatibili con i vostri stivali, controllate che la cerniera si chiuda fino alla caviglia altrimenti aria e acqua saranno un fastidio in più. Altro controllo utile, verificare che da seduti non risalgano troppo, perché devono garantire la copertura anche in posizione di guida. Per comodità di pulizia e manutenzioni, il mio consiglio è di acquistare modelli con protezioni estraibili.

TUTE IN PELLE

Qui iniziamo ad addentrarci in un campo senza fine e con prezzi che possono arrivare a cifre stratosferiche, ma cerchiamo sempre di tenere d’occhio l’uso che ne andremo a fare. Se pensate che avrete anche occasione di andare in pista con la vostra due ruote, consigliamo modelli interi, poiché in molti autodromi è obbligatorio avere tuta monopezzo, ma se la vostra idea è un turismo a medio-lungo raggio, meglio scegliere tute divisibili, molto più comode anche durante gli stop e le pause ristoranti. Anche se le tute turistiche hanno tasche, sia interne che esterne, cercate di evitarne l’uso, in particolare non inserite oggetti metallici, come chiavi od altro perché potrebbero diventare molto pericolosi. Altro consiglio di indubbia utilità è quello di portare con voi una tuta impermeabile, infatti la pelle non ha nessuna caratteristica di idrorepellenza, e guidare fradici , magari infreddoliti spesso toglie tempi di reazione e di conseguenza sicurezza

IN FUNDO

Se usate la moto prevalentemente in città, non sottovalutate il problema dell’abbigliamento! Proprio la città è il luogo dove accadono la maggior parte di incidenti con drammatiche conseguenze, non fatevi ingannare dalla sensazione di minor pericolo data dalla convinzione di avere minore velocità. A molti di voi 50kmh sembrano una velocità ridicola, allora vi faccio questo esempio: mettete in piedi sul davanzale di una finestra al 2° piano, allargate le braccia e lasciatevi cadere! Quando la vostra testa toccherà terra, sarete a meno di 35kmh. Detto questo voglio anche ricordarvi la cosa più importante per la vostra sicurezza, ovvero l’uso della testa che indossa il casco! Non fatene mai a meno, perché è sempre l’elemento più importante in assoluto per la vostra sicurezza.”

Ringraziando il “Barry” per il Suo prezioso intervento non mi rimane molto da aggiungere anche se, da giurista, Vi voglio ricordare l’art. 143 del CdS che spesso si dimentica, o meglio spesso si sottovaluta, ma è molto importante soprattutto per i motociclisti (che potrebbero vedersi ridurre il risarcimento del danno subito a causa di un veicolo che ha invaso la loro corsia, proprio perché non mantenevano la destra). L’articolo citato dispone (per quanto di interesse) come “I veicoli devono circolare sulla parte destra della carreggiata e in prossimità del margine destro della medesima, anche quando la strada è libera”. Per rispettare la norma citata, a parere della Corte di Cassazione (s.v. Cass. civ. Sez. III, 06-04-2005, n. 7099), “non è sufficiente che il veicolo viaggi nella propria mezzeria, e, quindi circoli sulla parte destra della carreggiata, ma è necessario altresì che esso circoli in prossimità del margine destro della carreggiata stessa.”.

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