La guida come attività motoria specializzata e specializzabile.

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La sicurezza sulle strade non si raggiunge aumentando, solo, la sicurezza delle strade e quella dei veicoli. Dobbiamo sempre pensare che alla guida c’è un essere umano, con le sue debolezze ed i suoi limiti. Il personaggio che andiamo ad introdurre si occupa, proprio, di quello che è il primo problema della sicurezza stradale: -l’uomo. Angelo ha fondato nel 2000 il programma di CorticalFitness, percorso di benessere per massimizzare le prestazioni, basato sull’attività motoria consapevole. Nel 2006 ha iniziato a proporre iBITE, il dispositivo interdentale da lui stesso appositamente messo a punto per l’aumento di sicurezza e prestazioni dei piloti, e da diversi anni collabora con piloti di auto e moto. La sfida intrapresa da Angelo è quella di istruire l’uomo nella sua dimensione neuro-muscolare, tramite specifici esercizi che consentono al pilota di avere una maggior conoscenza del proprio corpo. Ad Angelo voglio chiedere, innanzi tutto, su cosa si basa il suo lavoro e, in seconda battuta, di darci qualche consiglio per migliorare le nostre “prestazioni-capacità” di guida. Vediamo che consigli ci da!

La guida come attività motoria specializzata e specializzabile
di Conti Angelo
sito internet www.corticalfitness.com

“La mia attività di Cortical Trainer mi porta ad osservare ogni manifestazione della vita umana come attività motoria. In questo articolo condividerò con voi le mie considerazioni sulla guida, intesa appunto come attività neuro-muscolare.

Condurre un’auto, sia a livello sportivo che non, si manifesta attraverso l’esecuzione di una molteplicità di movimenti.

Ogni movimento viene eseguito effettuando una trazione su un’articolazione, la quale può essere sollecitata almeno in due sensi, opposti tra loro; ad esempio l’articolazione della caviglia, che è coinvolta nelle attività di accelerazione e decelerazione con movimenti opposti.

Questa opposizione di muscoli dà spesso origine a contrazioni residuali nel muscolo antagonista a quello che esegue il movimento e ciò rende il movimento stesso più faticoso, più impreciso e meno modulabile.

E’ come spingere un carro trainandone un altro!

Se invece impariamo ad usare un solo muscolo alla volta faremo meno fatica, raggiungeremo lo scopo in minor tempo e lo faremo in maggior sicurezza!

Questo principio vale per TUTTI i movimenti: dallo sterzare al frenare, dal cambiare marcia alla postura che si assume!

Per ottenere questo risultato occorre mettere in pratica un’attività muscolare specializzata, che stimoli in modo consapevole i relè dei singoli muscoli che si trovano nell’area corticale motoria.

Questa attività si chiama “conscious effort” o “movimento consapevole” e ci garantisce almeno due importanti risultati: in ambito “utilitaristico”, maggiore attenzione e minore stanchezza, mentre in ambito sportivo migliori prestazioni e maggior controllo!

Se, infine, consideriamo da un punto di vista dell’attività motoria sia “prestazioni” che “sicurezza”, ci rendiamo conto che sono le due facce della stessa medaglia, in quanto risultano dall’esecuzione esatta di tanti movimenti.

Un esempio per chi legge (e per chi guida): le spalle. I muscoli elevatori delle spalle sono quelli tra i più frequentemente contratti, senza che ve ne sia una reale necessità e incidono in modo significativo – e negativo – sulla guida di auto e moto. Spesso originate da ansie e paure, nonché da traumi o cattive abitudini, queste contrazioni sono la causa di una stanchezza precoce nei lunghi trasferimenti e di una guida dell’auto imprecisa e scarsamente reattiva, specialmente in condizioni di scarsa aderenza; in sella alla moto, invece, rendono più difficoltosi gli spostamenti laterali del busto e del resto del corpo necessari, per esempio, ad impostare correttamente una curva o quelli longitudinali per eseguire una staccata in misura efficace e sicura.
Per ottenere una utile condizione di rilassamento delle spalle, il programma CorticalFitness prevede alcuni particolari esercizi che, oltre a fornire il rilassamento richiesto, attivano la percezione della contrazione: come se nei muscoli avessimo un sensore che ci avvisa ogniqualvolta si verificano contrazioni inutili! Sono esercizi più facili da eseguire che da spiegare (soprattutto per iscritto); il mio consiglio è quello di abituarvi a portare l’attenzione sulla condizione (almeno) delle vostre spalle, prima di mettervi alla guida, e di cercare di mantenerle “morbide”!

Nota: la specializzazione dell’attività motoria necessaria alla guida non sostituisce, ma integra e migliora la guida intesa come insieme di tecniche per condurre un’auto o una moto.”

Ringraziando Angelo per il Suo prezioso intervento non mi rimane molto da aggiungere anche se la materia trattata nel presente articolo mi fa venire in mente il “concetto” di colpa in materia di reati stradali. Angelo, infatti, prende in considerazione i movimenti automatici del nostro corpo, movimenti o contrazioni (es. “irrigidimento” delle spalle) che non sono da noi voluti ma sono, comunque, il frutto di una nostra scelta (quella di porci alla guida di un veicolo). Noi non vogliamo irrigidire le spalle ma, queste, si irrigidiscono comunque. Questo automatismo mi porta a pensare al “concetto” di colpa, non alla colpa come prevista dal codice ma come interpretata dalla giurisprudenza in materia di reati stradali (dal mio punto di vista, infatti, la previsione del fatto reato è, spesso, assente in un incidente stradale, e questo a causa della poca sensibilità delle istituzioni nei confronti della sicurezza stradale). Nessuno di noi, quando si pone alla guida di un veicolo, vuole far del male o uccidere una persona, eppure, per errori di guida o violando le norme del codice, tali eventi accadono ogni giorno. Le persone comuni fanno difficoltà a realizzare come, in un incidente stradale, il conducente possa essere condannato per omicidio colposo (ex. art. 589 c.p.) ma la questione è molto semplice:

  • l’articolo 589 del codice penale punisce “chiunque cagiona per colpa  la morte di una persona”;
  • l’articolo  43 del codice penale ci spiega cosa si intende per colpa. “Il delitto: …  è colposo, o contro l’intenzione quando l’evento, anche se preveduto, non è voluto dall’agente e si verifica a causa di negligenza o imprudenza o imperizia, ovvero per inosservanza di leggi, regolamenti, ordini o discipline.”;
  • per quanto concerne la previsione (“preveduto”) la giurisprudenza è, ormai, orientata nel senso di dare quasi per scontato che chi si mette alla guida abbia previsto che un incidente, con danni alle presone, possa avvenire;
  • per quanto concerne l’ “inosservanza di leggi”, invece, si deve tenere in considerazione, principalmente, il codice della strada. In tale codice vi sono tutta una serie di norme che ci offrono ben poche scappatoie, basti pensare all’art. 141 del CdS che dispone come é obbligo del conducente regolare la velocità del veicolo in modo che, avuto riguardo alle caratteristiche, allo stato ed al carico del veicolo stesso, alle caratteristiche e alle condizioni della strada e del traffico e ad ogni altra circostanza di qualsiasi natura, sia evitato ogni pericolo per la sicurezza delle persone e delle cose ed ogni altra causa di disordine per la circolazione.”. L’interpretazione, fatta dai giudici, di questa norma, è la più restrittiva. Per non violarla, infatti, non basta attenersi alle indicazioni che la stessa amministrazione pubblica ci fornisce (es. lite di 50 km/h) ma si deve adeguare la velocità allo stato dei luoghi (si può violare la disposizione anche mantenendosi all’interno del limite massimo di velocità). Da queste semplici considerazioni si può affermare che in caso di incidente, nella quasi totalità dei casi, si è sempre violata una norma del CdS.

Per tutte le ragioni appena indicate tenere presente che, in caso di incidente, un persona può morire e per questo potreste essere condannati per omicidio colposo. Se non ve lo avevano ancora detto, ora lo sapete!

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