SICUREZZA ATTIVA e PASSIVA dei veicoli

Uno sportivo, un istruttore, un pilota ed un navigatore. Luca è un Istruttore di Guida Operativa Sicura quasi a tempo pieno e per questo un suo intervento non può di certo mancare nella nostra sezione. Gli argomenti che potrebbe trattare sono diversi ed eterogenei quindi, per non rendergli la vita facile, a Luca volevo chiedere un intervento in materia di sistemi di sicurezza. Vediamo che consigli ci da!


Sicurezza attiva e passiva dei veicoli
di Silvi Luca “Red”
Istruttore diplomato di guida operativa sicura e navigatore

 

Potrà sembrare palesemente scontato parlare di sicurezza ATTIVA e PASSIVA dei veicoli ma, effettivamente, sappiamo distinguere queste due parole in ambito automobilistico?

Spesso sulle riviste motoristiche vediamo degli acronimi che individuano i sistemi che ha in dotazione un veicolo oppure leggiamo notizie che descrivono straordinarie scoperte tecnologiche sviluppate per aumentare la sicurezza stradale; a volte non sappiamo nemmeno noi di averle nella nostra vettura!

Una volta le autovetture erano “nude e crude” e la percentuale di incidenti e perdite di controllo del veicolo erano all’ordine del giorno, a causa della poca “praticità” nella guida emergente o della scarsa sensibilità del guidatore nel fronteggiare le molteplici variabili che si presentavano. Con l’introduzione del primo sistema di sicurezza c.d. ABS (Antilook Brake Sistem) i costruttori dei veicoli hanno fronteggiato una grandissima fetta di situazioni critiche di tutti i giorni.

In generale:

  • per sicurezza attiva s’ intende l’insieme delle soluzioni costruttive capaci di ridurre il rischio di incidente (ABS, ESC, EBD, ASR, ecc.);

  • per sicurezza passiva s’intende l’insieme degli accorgimenti che riducono le conseguenze di un incidente (cinture di sicurezza, airbag, ecc.).

Durante i miei corsi di guida sicura mi soffermo sempre a descrivere i sistemi di sicurezza più comuni, perché lo reputo molto importante, soprattutto per quanto concerne la tecnica di guida. Per la maggior parte dei sistemi di sicurezza che abbiamo nei veicoli ci sono delle tecniche da adottare, banali o impegnative che siano, ma da adottare per far sì che il sistema di sicurezza funzioni in modo ottimale. Un esempio banalissimo è quello sull’ABS, ora in dotazione su ogni veicolo comprese le moto, dove una pressione continua, anche con perdita di aderenza, fa sì che il sistema elettronico/meccanico lavori correttamente; il problema, in questi casi, è che spesso il conducente si spaventa perché il pedale del freno, all’attivarsi del sistema, vibra e tende a sollevare il piede, vanificando così il lavoro del sistema e allungando lo spazio di arresto (lo potremo vedere sicuramente in un futuro corso di guida pratica, per contornare quella teoria che ogni giorno sentiamo sotto forma di “chiacchiere da bar).

Nelle prossime “uscite” della rubrica Vi parlerò, nello specifico, dei singoli sistemi di sicurezza (suddividendoli in sistemi “attivi e passivi”) per ora, e in ambito sicurezza stradale, non mi resta che evidenziare come tutti i sistemi elettronici permettono di raggiungere più agevolmente il limite fisico di stabilità e aderenza della vettura. Il valore assoluto di tale limite è dato dalle caratteristiche strutturali della vettura stessa (architettura delle sospensioni, rigidezza strutturale della scocca, ripartizione dei carichi sugli assi, altezza del baricentro, passo, carreggiata, tipo di pneumatici adottati, ecc.). Si deve osservare, infatti, che la qualità di un veicolo non è data soltanto dalla presenza o meno di tali dispositivi, ma dal suo comportamento intrinseco. Può capitare che, in fase di sviluppo, si deleghi a tali ausili elettronici la sicurezza del veicolo evidentemente progettato, dalla fabbrica, in modo non ottimale da un punto di vista meccanico. NON pensiamo pertanto di essere sempre in una “botte di ferro” perché, nonostante la tecnologia sia in continua evoluzione e le vetture siano sempre più sofisticate, RICORDATE che alla guida ci siamo noi e l’inconveniente c’è SEMPRE, ed è dietro l’angolo.

PREVENIRE E’ MEGLIO CHE CURARE”!!!

La prossima volta parleremo nello specifico di questi sistemi di sicurezza… intanto andiamo a sfogliare il manuale d’uso e manutenzione del nostro veicolo e facciamoci un’idea…”

Ringraziando Luca per il Suo prezioso intervento non mi rimane molto da aggiungere anche se, da giurista, Vi voglio ricordare come l’art. 172 del CdS che spesso si sottovaluta, o meglio viene ricordato solo per la “pesante” perdita di punti (ben 5), è molto importante soprattutto per il conducente di un veicolo (che potrebbe essere condannato per non aver fatto allacciare le cinture ai trasportati). L’articolo citato, rubricato Uso delle cinture di sicurezza e dei sistemi di ritenuta per bambini”, per quanto di interesse, a parere della Corte di Cassazione (s.v. Cass. pen. Sez. IV, 14-01-2010, n. 3585) non è solo una norma di comportamento del Codice della Strada (per la quale sono previste sanzioni amministrative) ma è una regola che impone, al conducente, una condotta che, ove non posta in essere (es. il conducente che non obbliga i trasportati sui sedili posteriori ad indossare le cinture), rende il conducente medesimo colposamente responsabile del reato verificatosi (nella sentenza citata “omicidio colposo”). La Corte di Cassazione, infatti, afferma come “In caso di sinistro stradale risponde di omicidio colposo, per la morte di una persona trasportata, il conducente che non imponga e verifichi l’uso delle cinture di sicurezza nell’autoveicolo, essendo suo obbligo effettuare tale controllo anche nei confronti di passeggeri adulti.”.

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